GONARTROSI O ARTROSI DI GINOCCHIO

09.08.2015 16:04

Consiste nella progressiva degenerazione della cartilagine articolare e colpisce più frequentemente la popolazione femminile e coloro che hanno più di 50 anni.

L'artrosi del ginocchio può essere suddivisa in:

Primitiva, cioè non dovuta a cause specifiche, colpisce tutti i settori del ginocchio (pan-artrosi) ed è spesso associata ad altre localizzazioni della patologia come le mani, le anche o la colonna vertebrale
Secondaria, vale a dire causata da un'altra patologia come deformità scheletriche, fratture, infezioni o patologie reumatologiche e privilegia una parte specifica dell'articolazione.


Entrambe possono essere aggravate da due condizioni parafisiologiche: il ginocchio varo ed il ginocchio valgo. Queste due conformazioni particolari dell'articolazione, che si differenziano per il diverso orientamento tra il femore e la tibia, possono quindi essere considerate dei veri elementi di rischio. L'artrosi è condizionata da altri importanti fattori il peso corporeo, l'attività lavorativa, l'età e da alcune condizioni ormonali.

Un altro modo di classificare l'artrosi del ginocchio si basa sulla localizzazione dell'usura cartilaginea (versante interno, esterno, femoro-rotuleo). Nel caso in cui l'usura sia circoscritta ad un solo versante si parla di artrosi “monocompartimentale”. Spesso questo è anche il modo in cui esordisce la patologia che coinvolgerà gli altri settori del ginocchio solo successivamente.

Inizialmente il paziente percepisce il disturbo stando in stazione eretta oppure durante la deambulazione. Progredendo il dolore può manifestarsi nel sedersi ed alzarsi, scendere le scale, camminare un po' più a lungo del solito. Può essere presente sensazione di rigiditá del ginocchio, avvertita soprattutto nelle prime ore della mattina, la sensazione di scricchiolio avvertita all'altezza del ginocchio e la condizione di debolezza delle ginocchia o, più in generale, delle gambe.
Il ginocchio può apparire gonfio e ciò dipende, nella maggior parte dei casi, da un accumulo di liquidi all'interno del ginocchio stesso, in quanto l'infiammazione del rivestimento articolare, dovuto ai danni della cartilagine, comporta una maggiore produzione di liquido sinoviale: questo accumulo di liquidi in eccesso all'interno del ginocchio viene definito, di solito, versamento articolare e si tratta di un sintomo comune a diverse condizioni e non solo all'artrosi.

La diagnosi dell'artrosi del ginocchio si effettua tramite:

 

Radiografie (possibilmente eseguite “sottocarico”, cioè in piedi)
Eventuale completamento con esami di 2° livello come RMN o TAC


Trattamento

L’età fisiologica guida in modo appropriato la decisione terapeutica. Le modalità di trattamento non chirurgico comprendono la modificazione dello stile di vita, la terapia medica, le terapie fisiche, le ortesi,
· Terapia medica – il trattamento medico comprende la somministrazione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), di integratori per la cartilagine, le iniezioni intrarticolari di corticosteroidi (cortisone) e di acido jaluronico.
- FANS – l’azione antinfiammatoria ed antalgica li rende i farmaci di elezione nella terapia dell’artrosi; sul mercato ne esistono più di 2 dozzine, con studi che dimostrano la superiore efficacia di uno rispetto all’altro. La dispepsia è l’effetto collaterale più comune; altri potenziali effetti collaterali sono l’ulcerazione gastrointestinale, la tossicità renale ed epatica, l’insufficienza cardiaca. I pazienti anziani sono i soggetti più a rischio; la maggioranza degli effetti collaterali è correlata ai dosaggi ed alla durata della terapia.
- Condroprotettori (glucosamina e condroitin solfato) – aumentano la quantità della matrice cartilaginea, rallentando potenzialmente la progressione dell’artrosi senza effetti collaterali o tossicità.
- Iniezioni intrarticolari di cortisosteroidi – i corticosteoidi per via intrarticolare sono potenti agenti antinfiammatori con minimo rischio di complicazioni o effetti collaterali sistemici. Sono indicati nei pazienti nei quali non vi è stata una risposta alla terapia con antinfiammatori o che presentano controindicazioni all’uso di FANS. Le iniezioni di steroidi dovrebbero essere limitate a un massimo di 3 – 4 l’anno, poiché diventano meno efficaci ad ogni successiva iniezione.
- Iniezioni intrarticolari di acido jaluronico – queste soluzioni ad elevato peso molecolare sostituiscono le ridotte concentrazioni di acido jaluronico riscontrate nei pazienti affetti da artrosi. A seconda della gravità dell’artrosi il miglioramento del dolore può durare da 0 a 6 mesi; comunque, come per il trattamento intrarticolare con corticosteroidi, la terapia con acido jaluronico è utile come passaggio verso un trattamento chirurgico una volta che l’artrosi sia diventata sintomatica.

 

· Il trattamento chirurgico viene dettato da modificazioni non tollerabili dello stile di vita o da una scarsa risposta alla terapia incruenta. Esistono svariate opzioni chirurgiche: l’artroscopia, l’osteotomia, la protesi totale o parziale (monocompartimentale) ognuna delle quali ha indicazioni specifiche